TTC, tempio indiscusso della spensieratezza e del buonumore

Un gruppo di persone in piedi davanti a un palco con la scritta tcc club.

A ricordare l’iconico club di via Paisiello, soppiantato da un garage, l’ingegner Gennaro Capodanno, tra gli “animatori” del ritrovo cult a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80

Via Paisiello, 39. Un indirizzo che a molti giovani d’oggi, probabilmente, non dirà nulla, se non segnalare la presenza di un garage, ma che continua a suscitare ricordi indelebili ai tanti che hanno vissuto intensamente il Vomero a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Quegli stessi locali, infatti, al tempo ospitavano il mitico TTC, una vera e propria istituzione per il quartiere nonché punto di riferimento imprescindibile per quanti volessero trascorrere qualche ora spensierata tra musica, divertimento e cultura.    

“Credo che in quel periodo – racconta l’ingegner Gennaro Capodanno, Presidente del Comitato Valori Collinari, tra gli “animatori” della struttura – non ci fosse un napoletano che non avesse mai sentito parlare o non fosse passato almeno una volta per il TTC, ritrovo nato in un cantinato agli inizi degli anni Settanta. In principio fu “Tennis Tavolo Club”, da lì il nome TTC, in cui trovarono spazio alcuni tavoli da ping-pong, disciplina sportiva praticata dall’ideatore Renato Russo che, insieme ad altri frequentatori, raggiunse notevoli risultati pure a livello nazionale. Poi, alcuni anni dopo, con la spinta di alcuni soci, i locali furono ampliati e si aggiunsero nuove attività”.

Renato Russo, Gennaro Capodanno, Italo Ormanni
Renato Russo, Gennaro Capodanno, Italo Ormanni

Vennero così alla luce la discoteca, la tavernetta e una sala centrale con tanto di bar destinata alla presentazione di spettacoli di arte varia. Da quel momento, la sigla TTC divenne l’acronimo di “Turismo, Teatro, Cultura”.

“Tantissimi, gli artisti che si esibirono nel locale – continua Capodanno – divenuto, in men che non si dica, una vera e propria fucina di talenti con una propria compagnia teatrale, la cui prima rappresentazione fu “Zappa, Tore”, una cab-sceneggiata scritta e diretta dal compianto Angelo Fusco. Spettacolo, che vide la partecipazione di un giovane esordiente che diventerà, in seguito, uno dei protagonisti del mondo teatrale partenopeo: Gino Rivieccio”.

TTC Club, 1983, Gennaro Capodanno con Burne Hogarth, realizzatore dei fumetti di Tarzan
TTC Club, 1981, Bisogni, Ormanni, Capodanno, Forattini
TTC Club, 1982, Gennaro Capodanno con Luciano De Crescenzo e Paolo Del Vaglio

Altrettanto numerose, le iniziative made in TTC alle quali l’ingegner Capodanno collaborò come ideatore e presentatore. Tra le altre: “I lunedì della canzone classica napoletana”, che videro la partecipazione di grandi artisti come Roberto Murolo e Carlo Missaglia; il concorso “Lapis”, che laureò tanti giovani talenti che si avvicinavano al mondo del fumetto e delle vignette; il premio “Alighiero Noschese”, istituito nel 1980, in ricordo del grande artista scomparso, assegnato, nel corso della sua prima edizione, al trio de “La Smorfia” formato da Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo Decaro.

TTC Club, 1980 Capodanno con La Smorfia con Troisi, Decaro e Arena Premio Alighiero Noschese

“Anche se – sottolinea Capodanno – l’evento che resterà negli annali, del quale fui organizzatore con Renato Russo, è legato alla “Mostra Internazionale del Fumetto e del Cinema d’animazione”, che si tenne per ben sei edizioni, dal 1978 al 1984, nei locali del circolo vomerese, richiamando appassionati del settore e curiosi da ogni parte d’Italia. Tanti, gli ospiti illustri del mondo del fumetto e della grafica che si avvicendarono. Tra gli altri: Paolo Del Vaglio, Giorgio Forattini, Attilio Michelutti, Giuliano Rossetti, Renato Calligaro, ma anche fumettisti di altre nazioni come l’argentino Joaquin Lavado, in arte Quino, il papà di Mafalda; il brasiliano Jo Oliveira e il francese Crispin. Ma il ricordo più bello risale alla quinta edizione della manifestazione, che ne consacrò anche il carattere internazionale, con la presenza di un ospite d’eccezione proveniente dagli Stati Uniti. Un vero e proprio maestro del fumetto che, per l’occasione, tenne anche delle lezioni molto seguite dai giovani che affollavano le sale. Sto parlando di Burne Hogarth, “papà” del più bello ed interessante Tarzan a fumetti che sia mai stato realizzato. Era la prima volta in Italia del noto fumettista americano e fu per me un grande onore, oltre che riceverlo nei locali del TTC Club, accompagnarlo per le strade della città e fargli conoscere i tesori del capoluogo partenopeo. Come ringraziamento, andando via, il Maestro mi regalò uno dei libri a fumetti di Tarzan, con tanto di dedica, che conservo ancora gelosamente”.

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