Fabio Maresca, l’arbitro dei Record

Un arbitro ha in mano un cartellino giallo.

L’arbitro dei record

Fino ad oggi ha diretto oltre 120 gare nella massima serie.
Un numero importante se si pensa che un arbitro, a differenza di un calciatore, in una stagione arriva ad arbitrare al massimo 15 gare di serie A

Partiamo da una domanda che, probabilmente, le hanno posto in tanti. Come si diventa arbitri? Magari aiutiamo chi vorrebbe seguire le sue orme e non sa da dove cominciare.

Basta seguire il Corso Arbitri che si tiene nei locali sezionali, presso lo stadio Diego Armando Maradona ogni anno. È totalmente gratuito.

Lei, quando ha iniziato? Avevo solo 15 anni, nel 1997. La Sezione si trovava al Vomero, in Via Vaccaro. Chissà, se non fosse stata così vicino casa, forse oggi non sarei qui a parlare con lei…

Sapeva già di voler fare questo nella vita? Certamente no! Come è normale che fosse, iniziai questa esperienza con tanta curiosità e con la voglia di vivere il mio sport in maniera diversa. Con il tempo e i risultati pian piano, sono passato dal “fare l’arbitro” ad essere “un arbitro”.

Quante volte alla settimana si allena per tenersi in forma?
Praticamente tutti i giorni. Corro allo Stadio Militare dell’Arenaccia, dove abbiamo il Polo Nazionale, guidato dal professore Corrado Agrillo e frequento da oltre venti anni la stessa palestra, la New Champion 2.0 al Vomero.

Come ci si prepara psico- logicamente ad arbitrare un incontro?
È l’allenamento più difficile e, a mio giudizio, il più importante. Al nostro livello, condizione atletica e prepa- razione tecnica sono da considerarsi la base da cui partire. Abbiamo la fortuna, grazie a Gianluca Rocchi e alla sua Commissione, di avere a disposizione ogni strumento per dare il massimo. Studiamo dai nostri errori a Coverciano, attraverso l’analisi dei video delle nostre gare, ci confrontiamo con due match analysts e con un allenatore professionista. Da alcuni anni lavoro su me stesso con un mental coach, la dottoressa Alessandra Monasta, per essere sempre centrato, a fuoco, al di là di ciò che di positivo o di negativo avvenga nella mia vita.

Il 18 maggio 2014 dirige

Lazio – Bologna, gara val- ida per la trentottesima ed ultima giornata di Serie A 2013-2014. Come ricorda il suo esordio nella massima serie?

Da Napoli partì un autobus con cinquanta tifosi dell’arbitro, tra parenti e concezionali ed erano 50 anni che un arbitro di Napoli non dirigeva una gara in serie A. Fu una grande soddisfazione e al tempo stesso un’importante assunzione di responsabilità, rappresentare una delle più importanti e numerose sezioni d’Italia. Da allora ho diretto oltre 120 gare nella massima serie, un numero molto significativo se si

“erano 50 anni che un arbitro di Napoli non dirigeva una gara in serie A”

pensa che un arbitro a differenza di un calciatore in una stagione arriva ad arbitrare al massimo 15 gare di serie A.

Il 16 gennaio 2023 viene designato per dirigere la Supercoppa italiana 2022 tra Milan e Inter. Quali emozioni ha provato?

Una tappa importante, derby di Milano, finale in gara unica, diretta tv in 165 nazioni. Per affrontare gare così occorre avere grande consapevolezza di sè, sentirsi adeguato al compito e riuscire a concentrarsi il più possibile sugli aspetti tecnici della partita isolandosi dal mondo esterno. È stato bello.

C’è un periodo che rimpiange, durante il quale era particolarmente contento di arbitrare?

L’arbitraggio mi ha accompagnato in tutte le tappe della mia vita, dai banchi di scuola alla maturità, dal matrimonio alla paternità ed ogni momento personale è legato a filo doppio a ciò che avveniva nella mia carriera. Non ho rimpianti, tanto orgoglio.

Il 1° novembre si è celebrata al Maschio Angioino una ricorrenza particolare il Centenario della sezione arbitrale di Napoli, di cui è presidente. Come ricorda quella giornata?

È stato un evento straordinario per la nostra città: 520 partecipanti, per la prima volta nella storia tutti i dieci arbitri internazionali italiani e i cinque Video Match Official FIFA, riuniti per celebrare una Sezione. Ringrazio il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore allo Sport Emanuela Ferrante per la disponibilità e la collaborazione che ci hanno dato. Un grazie ai vertici dell’A.I.A. e a tutti quelli che hanno collaborato per la riuscita della manifestazione. I miei colleghi internazionali rispondendo tutti presente hanno onorato me e la Sezione di Napoli in una maniera che non dimenticheremo.

Sappiamo che oltre ad essere un eccellente arbitro e uno sportivo lei è impeg- nato nel sociale. Da tempo appoggia le campagne per la donazione di sangue dell’associazione “L’Albero Rosso”. Vogliamo approfit- tare per fare un appello ai potenziali donatori?

Donare è una scelta personale ma dobbiamo lavorare affinché quante più persone possibile lo percepiscano come un dovere morale, non costa nulla ma salva la vita.

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